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Chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine
Chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine
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Patrimonio culturale
Turismo
Descrizione
Risultava dipendente dalla chiesa di S. Ambrogio di Frassineto Po ed appartenente “ab Antiquo” alla diocesi di Milano. Nell’archivio parrocchiale esiste un atto relativo alla erezione della Compania del SS. Sacramento e del Rosario, fatta da San Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano, recante la firma autografa del Santo e la data del 17 maggio 1584.
Il 24 maggio 1605 sottoscritta dal Card. Federico Borromeo, è la consacrazione della Parrocchia di Santa Maria.
Di questa chiesa sappiamo che fu eretta nel 1589 per l’intervento delle famiglie nobili che si dividevano il feudo: i Sannazzaro e gli Scozia di Calliano.
Si hanno notizie di saccheggi del paese che non hanno risparmiato neppure la chiesa, dove furono trafugate persino le campane. Fu ricostruita alla fine del 1700 e si nota un’analogia stilistica della facciata neoclassica con otto emicolonne ed il grande frontale triangolare a quella della Parrocchiale di Frassineto Po costruita dall’Arch. casalese Bernado Lombardi.
La chiesa di Valmacca, similmente a quella di Frassineto Po, passava dal 25 gennaio 1805 dalla Diocesi di Milano a quella di Casale Monferrato. L’interno è triangolare con due piccole navate laterali aventi due modesti altari e due cappelle in capo dedicate a S. Antonio da Padova e alla Madonna del Rosario. Nella cappella del Rosario, la statua dorata è contornata da quindici misteri opera della scuola del Moncalvo, a lato è affrescata una “Ultima Cena” che richiama la composizione del Cenacolo leonardesco. La bella balaustra marmorea del presbiterio è del 1806. Di pregio il pulpito intagliato con statue del quattro Evangelisti, ed alcuni confessionali in noce. Il coro è del 1860 e l’organo è un “Montasti” del 1881. Nella chiesa vi sono molte preziose opere del valmacchese Dr. L. Bagna le quattordici stazioni della Via Crucis in bronzo (1966), un bronzetto con San Giovanni Battista sul piccolo battistero e specialmente il grande Crocifisso in ceramica sull’altare: un’incisiva, studiata e sofferta raffigurazione, con pregevoli stilizzazioni dei panneggi e della stessa anatomia del Gesù morente.
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